E sono Felice




Buongiorno a quelli che mi leggono su questo blogh.
Io sono Felice che è contento di scrivere per fare sapere quello che penza. E c’è da chiedersi perché. Ma non c’è risposta. Comunque è bello penzare che le parole si fanno un viaggio sulla carta come se saltassero sull'autobus solo per vedere dove porta. Tanto chi legge può penzare quello che vuole e al capolinea tornarsene indietro.

Così io con la mia macchina di scrivere olivetta vi scrivo per lungo e in largo tutti miei spropositi, o quasi. La decisione è stato presa anche su consiglio del mio professore della scuola serale, che mi rattrista sapere che vorrebbe andarsene in penzione, ma dice che resta per la Fornero (anche se sotto sotto la odia). Così mi ha detto, Felice, scrivi che sennò tutti i tuoi penzieri fanno la muffa e pure la macchina da scrivere. Poi dice che lui li sbatte sull'interniet così voi li leggerete. Anche se lui dice che oggigiorno sono un po’ tanti quelli che perdono tempo a scrivere e qualcuno a pensare, ma lui è un po' delicato di umore e ho paura che si ammalerà. Ma io scrivo senza pentimenti che per fortuna si vive una vita alla volta e alla fine le cose inutili si squagliano come la neve, anche se resta un po di fango. Solo ho capito che le genti al presente non ci hanno il tempo da digerire e le parole gli fanno l'infiammazione e escono dall'orecchio come sono entrate. Così vado piano. E scrivo quando mi dice la testa, magari un foglio al mese.
Che vi posso dire di me?
Abito a Palermo nel sottoscala del condominio di via Casalofio senza numero e anche se non è molto spazioso a me basta: sono cento euro al mese che è il mio bagget totale. Ciò la fidanzata che mi viene a trovare nei giorni pari perhé nei dispari fa le pulizie e un’altra volta ve la presento, visto che per ora non ne vuole sapere di essere nella pubblicazione. Ciò la televisione e il frigorifero ma non sono interessanti da parlarne, ché una è infestata di reclame e di zanzare che ci vivono dentro pure d'inverno e l'altro è quasi sempre vacante. Quando c'è un po' di sole esco fuori dal pertugio e con la olivetta mi sistemo di sopra all'aria che c'è un po' di campagna, il cielo e l'autostrada che per fortuna ci tiene compagnia notte e giorno, e scrivo.
Ora basta che questa foglio l’ho già ricopiato quatro volte e spero che non ci siano più sbagli.
E sono Felice che ti saluta compiaciuto di questo nuovo blogh.
Spero lo leggerai. Quando hai tempo. Anche l'indomani.


Felice Sghimbescio.

Commenti

  1. CARO CHE MI RICCHIAMI

    Caro chemmiricchiami, io questa palora, pertugio, non la trovo, forse che vuole dire pirtuso, non so, con l'amore si storciono le palore, mi è piaciuta tanto buggett, che suono bena bene, ma tu sei assai più culturato di me, tu nella squola io nella mia stanza che non c'ho nemmeno un finestrino da quando ci ciamo fidanzati. Mio padre mi dice parla con tua madre, mia madre parla con tuo padre. Intanto non mi passano nemmeno un piatto di lenticchie, ma ti penzo e ti scrivo queste piccole mie per dirti che il nostro amore non ti lascerà mai, sento che tu mi senti da dove sei, e che presto faremo l'amore, senza che i tuoi senza che i miei, e che lo chiameremo gesù.

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    1. Caro commentatore dell'iterniet, sono Felice che ti arrisponde un po sbigotto di sapere che dici di esserti fidanzato con me. Purnondimeno le tue frasi mi hanno comosso e ti scrivo con sottovoce leggera. Intanto, non ti affliggere troppo. Forse il nostro amore è di qualche sogno dove ci siamo incontrati, forse è la fame o la freddura che ti ha ribollito la fantasia del cervello. In ogni caso sono soddisfatto di sapere che le lenticchie non ti dispiacciono ché pure a me mi vanno assai ghiotte. E questo, come vedi, è già un passo avanti nella conoscenza. Anche se il professore della scuola serale dice che la conoscenza cià il suo mistero e chi crede di sapere è più ignorante di chi è sicuro di essere scecco. Ma, inzomma, io sono però sicuro che la mia fidanzata di via Casalofio mi farebbe nuovo a leggere questo commento dell'iterniet. Perciò amen.
      E sono Felice che ti saluta confuso.
      Felice Sghimbescio

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